Moonchild: Il viaggio di una figlia della Luna tra arte, spiritualità e libertà.

Luna: da sempre amica, madre, sorella.

Sono sempre stata legata magicamente alla luna.
Non ho mai realmente dato un grande significato a questo rapporto fino a ben oltre i miei 20 anni.
Sapevo solo che lei c’era, come una madre con una figlia.

Non sapevo ancora che, nel tempo, questo legame si sarebbe rafforzato fino a renderla una delle mie muse, uno dei miei punti di riferimento nella vita.

All’età di 18 anni feci il mio primo tatuaggio: una luna stilizzata con il mio segno zodiacale (ariete) in contrasto, posizionata al centro del petto, vicino al cuore. Nessun particolare significato, solo la sua sicura presenza vicino a me. Una compagna di viaggio e di avventure. Forse era così che la sentivo.

Proprio in quel periodo iniziavo a riscoprirmi: attraversavo quel caos interiore profondo che ti guida prima attraverso chi non sei più, poi ad abbracciare chi sei davvero.

Fu un cammino lungo tanti anni, per certi versi complessi e dolorosi.

Man mano che il tempo passava, il mio rapporto con lei diventava fisico, carnale. Quando vivevo al mare, la aspettavo tramontare all’orizzonte, con il suo riflesso dorato che mi affascinava e alimentava il mio romanticismo per la vita.

A lei, rivolgevo le mie preghiere, la mia fede, i miei desideri.

Quando tutto ha cambiato forma.

Nel 2020/2021 vissi un periodo molto difficile e di profonda solitudine.

Tutte le mie certezze crollarono ed interfacciai per la prima volta realmente me stessa senza maschere. Fu in questo periodo che la meditazione, lo yoga, le visualizzazioni, il femminile divino e selvaggio fecero capolino nella mia vita, e così tutto il mondo olistico nel suo complesso, donandomi la libertà e l’autonomia interiore che tanto ricercavo. 

Qui riabbracciai l’arte come mezzo espressivo, che da tempo avevo abbandonato e che ora bussava prepotentemente per tornare nella mia vita, in una passione amorosa e amorevole.

Uno dei miei primi dipinti dopo anni di stop, fu proprio un’anima eterea che inseguiva una via quasi invisibile nell’universo, che portava alla luna.

Lo dipinsi istintivamente, ma riguardandolo mi sorpresi nel riconoscere che il dipinto rappresentava il mio coraggio e la mia voglia di seguire la MIA vita, la MIA via, diversa da quella degli altri, ma profondamente vera ed autentica.

Qualcosa dentro di me mi chiamava verso un percorso diverso. Qualcosa di più grande.  Di più selvaggio e libero. Un valore più grande. Un desiderio di libertà. Un sentimento profondo. Ancora non sapevo bene cosa. Ma il dado era tratto. 

Ma la rivelazione più sorprendente arrivò dall’astrologia: scoprii che avevo non solo il sole in Ariete, ma anche la mia amata luna. Scoprire questo fu per me sconvolgente!

In qualche modo, forse, ora potevo spiegarmi tante cose, tra cui il mio legame così carnale con lei.

Oggi la luna è per me sinonimo di connessione profonda con il mio femminile divino.
Con la mia libertà.
Con la verità di chi sono.

È la mia anima in libertà, la compagna di viaggio nelle notti più buie, il mio punto di riferimento. È l’amore viscerale per me stessa.
Mi ricorda di avere fede nella meraviglia della vita e gratitudine per le cose di ogni giorno.

Mi ricorda costantemente che sono un anima libera, che non può essere imprigionata, né zittita, né contenuta, né ingabbiata.

Mi ricorda la mia unicità e l’importanza di portarmi fuori nella mia verità.

Mi riconnette a me stessa e al mio potere interiore che, come donna, sento il dovere di mettere a servizio di altre anime in riscoperta.

Così, la mia tenera luna, è oggi uno dei miei più grandi amori.
Quell’amore potente, sempreverde, dolce ma costante che ti dà sicurezza senza appesantirti. Che c’è.

È così mi piace immaginarmi come una figlia della luna: libera, vera, autentica, incontrollabile, lunatica, selvaggia.

E chissà, forse un giorno quando la vita qui sarà finita, è a lei che tornerò.

Resta vera, resta selvaggia, resta libera.

Stay wild, Moonchild